Fisioterapia Domiciliare a Roma
Cadute anziani

La Vitamina D Previene le Cadute negli Anziani?

Le Cadute negli Anziani sono uno degli incidenti più rischiosi.

Fra le conseguenze di una frattura vanno annoverati una lunga serie di problemi non strettamente dipendenti ma comunque correlati, anche il decadimento delle funzioni cognitive rientra fra gli eventi legati alle fratture derivanti dalle cadute negli anziani.

Il ricovero in ospedale, la comparsa di piaghe da decubito, l’aumento di incidenza di polmoniti e bronchiti gravi a causa dell’allettamento.

 

Le linee guida dei maggiori paesi occidentali ormai da anni ribadiscono l’importanza della prevenzione delle cadute.

Diversi studi, dato il numero di persone interessate al fenomeno, hanno indagato quali siano gli accorgimenti da prendere, le cure da seguire, lo stile di vita più adatto.

La ricerca

E’ stata eseguita una ricerca, molto interessante, pubblicata sul nejm.org.

Sono stati reclutati  circa 700 anziani con bassi livelli di vit D.

Età media 70 anni con storie di cadute, instabilità posturale e uso di ausili per il movimento: bastone, carrellino ecc. messi a confronto con un gruppo di controllo di circa 25000 soggetti

Gli esperti hanno voluto controllare l’effetto di somministrazioni di alte dosi di vit D sulla possibilità di prevenire le cadute.

I partecipanti alla ricerca sono stati divisi in tre gruppi ai quali sono stati somministrati 1000, 2000, 3000 UI al giorno di vit D.

Il monitoraggio ha avuto una durata di due anni.

 

I risultati

I risultati, purtroppo sono stati poco incoraggianti.

La somministrazione ad alte dosi di vit D non ha modificato la percentuale di cadute nel gruppo sotto esame rispetto al gruppo di controllo e neanche gli eventi avversi legati a questi fatti.

 

Considerazioni

Le Cadute negli Anziani rappresentano un problema complesso.

La vit D è un ottimo aiuto per la prevenzione dell’osteoporosi.

Purtroppo entrano in gioco altri fattori come l’instabilità posturale, l’ equilibrio, la forza nelle gambe ecc.

 

Quali sono i consigli degli esperti?

 

Mantenere le ossa in buono stato anche attraverso la vit D ma utilizzare altre strategie che possano aiutare a migliorare la condizione generale.

 

Consigli

 

Camminare a lungo, praticare uno sport leggero, fare le scale ad ogni occasione, mantenersi entro un peso normale, curare tempestivamente tutti i problemi che possono limitare l’autonomia.

Ancora una volta è stato ribadito che, purtroppo, non esiste una medicina che riesca a prevenire questo tipo di problemi.

 

Cadute anziani

 

 

 

 

Terapia immobilizzazione

Sindrome da Immobilizzazione 1

Quando si parla di “Sindrome da Immobilizzazione” si intende un complesso insieme di sintomi che insorgono in una persona anziana quando è costretta a letto per un periodo di tempo piuttosto lungo.

COSA SUCCEDE

Quando un anziano, in seguito ad una frattura (è un classico la frattura del femore), ad una influenza o un altro avvenimento debilitante anche di entità assai minore, è costretto a letto per un periodo prolungato può andare incontro ad un vero e proprio collasso dei vari apparati . In questo caso si parla di  ” Sindrome da Immobilizzazione” , e quest’ultima nei casi più gravi può condurlo al decesso  nel giro di pochissimo tempo.

PERCHE’ ACCADE

  • il ristagno di muco nei polmoni predispone a  infezioni: bronchite, polmonite ecc;
  • la pelle può andare incontro a piaghe da decubito nei punti di maggior compressione;
  • a causa della posizione distesa e dell’immobilità l’apparato urinario e l’intestino possono avere difficoltà a svuotarsi con conseguenti infezioni alla vescica e ai reni, stipsi e formazione di fecalomi;
  • la capacità di deambulare viene persa in pochi giorni;
  • alterazioni al senso dell’equilibrio,  vertigini;
  • l’apparato osseo subisce  demineralizzazione;
  • l’apparato muscolare va incontro a ipotrofia, indebolimento, retrazioni, dolore;
  • calo dell’appetito con conseguente denutrizione e disidratazione;
  • alterazione del ritmo del sonno con frequenti riposini e insonnia notturna;
  • importanti conseguenze sull’apparato cardiovascolare, in particolare stasi venosa che favorisce la formazione di trombi;
  • soprattutto, ciò che più stupisce i familiari, un importante e veloce decadimento delle funzioni cognitive accompagnato da disorientamento, confusione mentale e turbe psichiche che formano un quadro di demenza senile difficile da recuperare.

 

La migliore strategia  è la  prevenzione:

  • limitare la permanenza a letto;
  • prevenire i decubiti;
  • cambiare la posizione del paziente con frequenza;
  • stimolare dal punto di vista intellettivo;
  • rendere partecipe;
  • adattare l’ambiente di casa alle capacità dell’anziano;
  • mobilizzare quotidianamente;

La presenza e i consigli di un fisioterapista esperto sarà essenziale: attraverso visite e terapie settimanali e l’istruzione dei familiari o delle persone addette all’assistenza potrà essere attuato un attento programma teso a mantenere le capacità residue, incrementarle e a recuperare quelle perse non appena superato l’evento patologico.

Il fisioterapista valuterà:

  • la mobilità, la forza e il tono muscolare, la coordinazione dei movimenti, l’andatura, la flessibilità articolare;
  • il dolore durante il movimento;
  • il rischio di cadute, la tolleranza all’attività;
  • la motivazione o la riluttanza al movimento;
  • le alterazioni o lesioni dei piedi e condizioni circolatorie;
  • le restrizioni motorie ( da immobilità);
  • la capacità di usare ausili e di svolgimento delle attività quotidiane;
  • lo stato psichico e il tono dell’umore;
  • il tipo di assistenza necessaria: consigliare ed insegnare ad usare gli ausili, aiutare o stimolare a compiere attività.

Attraverso terapie sperimentate ma adattate al singolo caso, lavorerà in equipe con la famiglia per far “ripartire” il paziente il più velocemente possibile.

 

Terapia fisioterapica

 

Consigliamo la lettura di:

“Linfodrenaggio e pazienti oncologici”.

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